Mancano specialisti per la rete territoriale. La soluzione? I Pdta

«La soluzione? I Per corsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali.

Data:
13 Maggio 2024

«La soluzione? I Per corsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali. Un modello che mette attorno al tavolo tutti gli specialisti che concorrono alle cure con i medici dici di medicina generale e le associazioni dei pazienti. Questo è l’unico si stema per fare in modo che tutti i medici si parlino e con tribuiscano in manier maniera corretta e scientificamente validata alla presa in carico del paziente e alla risoluzione dei suoi problemi. Così si evitano ritardi diagnostici e ricoveri impropri».

Ne è convinto il segretario dell’Universo Sanità Sindacato medici Ospedalieri (Ussmo), Franco Lavalle.

Dottor Lavalle, dove si inceppa il meccanismo che sfocia poi nei ricoveri impropri?

«Il problema è che non viene rispettata la regola che gli acuti necessitano il ricovero, mentre i cronici dovrebbero essere seguiti sul territorio e presi in carica sia dai medici di medicina generale che dalla rete territoriale. Il nodo è che il territorio non c’è, non esiste una specialistica dedicata a soddisfare i bisogni del ter ritorio».

Perché l’assistenza territoriale fatica a decollare?

«Oramai ci sono pochi medici e infermieri, i pensionati aumentano e non vengono sostituiti. Non può decollare un territorio se manca il personale: le persone hanno bisogno di risposte».

Le strutture di comunità potrebbero essere una soluzione?

«In ogni caso relativa, la gestione avviene ad opera del personale infermieristico e dei medici di medicina generale, quindi comunque servono specialisti del territorio e non ce ne sono a sufficienza. Ci sono quelli dell’Asl, ma sono pochi e non riescono a far fronte a quelle che sono le criticità».

Il problema non è quindi la mancanza di comunicazione tra medici ospedalieri e medici di famiglia?

«Il tema è che il decisore politico non ha fatto un’analisi dei fabbisogni e si è creata una strettoia sui laureati per quando riguardava le scuola di specializzazione. Se avessero messo posti di specializzazione a sufficienza avremmo avuto gli specialisti da impiegare anche sul territorio. Abbiamo regalato laureati alle altre nazioni. Ora le cose stanno cambiando, tra un paio di anni si potrebbe ristabilire l’equilibrio anche con specialisti ambulatoriali».

Ma come fare nel frattempo?

«Impegnarsi a cercare di ridurre le liste di attesa, così da fare in modo che il paziente possa trovare risposte subito e quindi essere subito preso in carico, sottoporsi alla cura giusta ed evitare che abbia un peggioramento che lo porti al ricovero.

Ultimo aggiornamento

23 Maggio 2024, 10:48