“Tanto tuonò che piovve”.

ussmo “Tanto tuonò che piovve”. E’ un detto arcinoto ma, nonostante sia significativo, non viene mai preso in considerazione con la dovuta attenzione.

Data:
4 Gennaio 2023

“Tanto tuonò che piovve”.

ussmo

“Tanto tuonò che piovve”.

E’ un detto arcinoto ma, nonostante sia significativo, non viene mai preso in considerazione con la dovuta attenzione.

E, così, è stato per l’emergenza Sanitaria che, noi operatori, abbiamo sempre stigmatizzato ma che i decisori politici non hanno mai voluto tenere in debito conto nelle forme da noi denunciate.

Sono anni che i medici e le loro forme di organizzazione, Ordini e Sindacati, avvertono la Regione Puglia dei rischi a cui si sarebbe andati incontro se, in tempi stretti, non si fosse messo mano ad serio intervento di assunzioni di medici e personale sanitario. Tutti appelli caduti nel vuoto senza che a noi fossero chiare le motivazioni che portavano a questo mancato intervento nelle forme richieste.

In tutto questo lungo periodo abbiamo dato l’allarme sulla gobba pensionistica, sull’abbandono degli ospedali da parte dei medici ormai gravati da una notevole attività lavorativa costellata da contenziosi, litigiosità dell’utenza, violenze di tutti i tipi, scarsa educazione nei rapporti con persone che chiedono di tutto e di più senza prendere in considerazione le indicazioni dei medici. Insomma, un rapporto logoro e non più improntato sul rispetto dei ruoli. Senza poi parlare del rapporto con le amministrazioni, sempre più esigenti e non inclini a concessioni di ordine organizzativo che tengano conto, in via prioritaria, anche delle esigenze del personale. Una amministrazione gestionale che mentre mette in pratica l’attività “aziendale” non valuta se quanto richiesto è sostenibile con la forza lavoro esistente. Manca una seria politica della qualità dove, a fronte di un servizio da erogare, vengono prese in considerazione tutte le ipotesi che possono portare  al positivo risultato finale. L’impressione è quella che si vada avanti mettendo delle toppe alle falle che si aprono ogni giorno nel sistema.

Tutte queste concause, rappresentano un mix che, se non corretto, porta dritto, dritto, all’implosione del sistema.

Lo stiamo vedendo con il PS di Brindisi dove, i pochi medici in servizio, non possono garantire un efficiente servizio di emergenza. Allora, si cerca di ricorrere ad ogni medico pur di garantire le turnazioni.

Ed ecco alzarsi la voce contraria degli Ordini, ed anche dei Sindacati perché, ormai, esistono le competenze specifiche e, meglio sarebbe per le Persone, avere specialisti del settore che garantiscono una adeguata presa in carico delle criticità.

Ma il problema non riguarda solo il PS di Brindisi. Ormai tutti i PS della Regione sono sotto organico. I medici sono pochi e, quelli che vi lavorano, lo fanno veramente al limite, consci solo del loro dovere deontologico e, molti, pensano anche di  abbandonare questo lavoro costellato da innumerevoli difficoltà e rischi.

E la stessa cosa avviene nei reparti di cura, dove gli organici sono anche qui contratti e, far funzionare al meglio l’attività, comporta troppi sacrifici, responsabilità e privazioni.

Sono anni ed anni che assistiamo, con molta amarezza, ad una  mancata seria politica di assunzioni. Tra blocco del turn-over e tetti di spesa, si è sempre soprasseduto a quanto, invece, era e lo è, ancora di più adesso, una azione indispensabile. Lo abbiamo gridato ai quattro venti, e nel vento è rimasta la nostra voce,

Nemmeno l’emergenza Covid ha dato una forte scossa a questa necessità. Pochi erano i medici e pochi sono rimasti, con l’aggravante che molti di questi hanno lasciato gli ospedali perché sono andati in pensione o hanno rinunciato al posto di lavoro a causa della sua insostenibilità.

Allora, ci viene alla mente un altro detto famoso,

Non si fanno le nozze con i fichi secchi”.

Cioè, fare il medico, non può essere sempre un lavoro fatto da professionisti che svolgono la loro attività in una emergenza continua, chiedendo loro sempre di più, anche a rischio del loro benessere fisico.

E nasce spontanea  la domanda per il decisore politico:

 Cosa vogliamo farne del  SSN e Regionale?

Attendiamo risposte.

Ultimo aggiornamento

4 Gennaio 2023, 04:43