Siamo alle solite carenze dei Medici del Settore Emergenza Urgenza.

Franco Lavalle: Mi chiedo se i Medici devono proprio dimettersi per far prendere in seria considerazione il problema?    Siamo alle solite.

Data:
1 Luglio 2022

Siamo alle solite carenze dei Medici del Settore Emergenza Urgenza.
Franco

Franco

Lavalle: Mi chiedo se i Medici devono proprio dimettersi per far prendere in seria considerazione il problema?
 
 
Siamo alle solite. Riaprono le danze estive. Ma a Medici e Persone questi balli non piacciono.
 
                                            Questo è il “Ballo del Quà e Là”
 
Ancora una volta, con l’approssimarsi della stagione estiva, così come ogni anno, e così come avvenuto durante le ondate pandemiche, vengono al pettine le carenze del personale, specie quelle dei medici, a cui è deputata la diagnosi e la cura delle Persone, come ha affermato la recente sentenza del Consiglio di Stato la quale ribadisce che al personale medico compete la gestione del percorso terapeutico e clinico del paziente.
 
Eppure, nonostante l’importanza della figura professionale sia riconosciuta universalmente, è da anni che si assiste ad un cronico depauperamento delle piante organiche dei medici. Fatto ancora più grave quando questa carenza interessa il Settore dell’Emergenza Urgenza, dove è più significativa e vitale la presenza di medici in numero adeguato per far fronte alle urgenze delle persone. Ricordiamoci che l’estate vede un aumento esponenziale degli incidenti stradali e della traumatologia in generale; un significativo ricorso al pronto soccorso delle persone, specie anziani e fragili, in queste giornate di caldo torrido; con l’aggiunta della ripresa delle infezioni CoViD sempre attuali ed in netta crescita in questo periodo.
 
Insomma, un settore, quello dell’Emergenza Urgenza, perennemente sotto stress e che, a dirla tutta, non trova neanche appeal tra i medici perché, a fronte di un gravoso impegno lavorativo, pieno di rischi anche per violenza, non riscontra da parte delle Amministrazioni la volontà di concedere delle gratificazioni quali indennità aggiuntive, riconoscimento del disagio lavorativo, di operare in Area Critica, che mitigherebbero in parte le problematiche di questo settore.
 
Orbene, nonostante venga riconosciuta l’importanza di questi medici, e del resto del personale, cosa si fa per migliorare le carenze delle piante organiche? Poco o nulla!
 
Assistiamo ancora una volta ad ordini di servizio che in nome di una cronica carenza di personale medico (sottolineo la cronica carenza, cioè qualcosa che dura da anni ed alla quale non si è posto serio rimedio con delle assunzioni!) vengono prelevati, nella fattispecie, due medici dai Pronto Soccorso del San Paolo e del Di Venere e spostati sul Pronto Soccorso di Corato.
 
Tutto ciò depauperando il già ridotto organico dei due grossi Pronto Soccorso di Bari che, come sappiamo, svolgono decine e decine di prestazione ogni giorno, e delle quali alcune di grandissimo impegno e gravità.
 
Questo non solo peggiora qualitativamente e fisicamente il lavoro del personale medico residuo (cosa che sarebbe il minimo problema), ma provoca un allungamento dei tempi di presa in carico delle persone che si recano ai pronto soccorso, perché vi è sempre meno personale medico in turno. E, questo, irrita abbastanza la gente che molto spesso manifesta gravi segni di intemperanza sul personale.
 
Tutto questo avviene al Pronto Soccorso di due grossi ospedali che per specificità delle prestazioni dovrebbero essere potenziati piuttosto che depauperati.
 
Non è questa la Sanità che vogliamo. Non vogliamo una presa in carico delle persone ritardata, un accesso alle cure sempre più difficoltoso.
 
Chiediamo al Signor Presidente della Regione, al Signor Assessore alla Sanità, ai Signori Direttori Generali:
 
Cosa ne vogliamo fare dei soldi risparmiati con il PNRR ?
 
Possiamo utilizzarli per delle assunzioni definitive e non assistere più a questi balletti che bloccano le ferie, i riposi, i congedi dei già provati colleghi dell’Emergenza Urgenza? 
 
Riteniamo che non sia proprio il caso, come più volte ventilato,  di aspettare le dimissioni in massa di questi medici che lavorano nei pronto soccorso della Regione, per vedere finalmente muoversi qualcosa.
 
Non lamentiamoci nei pubblici dibattiti del fatto che i giovani medici lasciano la Puglia, chiediamoci invece il perché e dove stanno le responsabilità? La risposta la troveremo nelle scelte di politica sanitaria.  

 
 

 

Ultimo aggiornamento

1 Luglio 2022, 11:40