Dopo lo Sciopero (di Franco Lavalle)
Lo sciopero del 23 novembre è stato importante sul piano politico perché i medici hanno aderito in massa manifestando tutto il disagio di una professione per un SSN che se da un lato festeggia i suoi 40 anni dall’altro risulta in precarie condizioni per la scarsa attenzione che ha ricevuto in questi anni dalla stessa politica. I sacrosanti diritti dei Cittadini, sanciti dall’art. 32 della Costituzione, sono a rischio per la esiguità delle risorse investite in Sanità.
E’ fondamentale investire risorse che garantiscano alla gente i vecchi ed i nuovi Lea ed un miglior funzionamento del sistema sanitario in generale.
Fondamentale è trovare le risorse per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro dei Medici, Veterinari e dei Dirigenti Sanitari che langue da 10 anni. Come pure è indispensabile inserire l’indennità di esclusiva di rapporto nella massa salariale, importante per i fini pensionistici, ed operarne un suo aggiornamento perché è ferma al valore istitutivo dell’anno 2000.
Un capitolo importante riguarda il blocco del turnover che ha portato alla riduzione delle piante organiche e ad una sempre minore presenza di medici negli organici degli ospedali producendo un gravissimo disagio lavorativo e fisico nei rimanenti colleghi in servizio. Medici oberati non solo dalla stressante attività lavorativa, che va ben oltre il consueto orario di lavoro per far fronte all’impegno professionale in favore dei ricoverati, ma da tutti quegli adempimenti amministrativi causati dalla ormai insostenibile burocratizzazione della sanità.
La carenza dei medici si attesta ormai al di sopra del 20% in ogni struttura ed occorre far presto a porvi riparo, anche in considerazione della media dell’età anagrafica che si attesta intorno ai 57 anni, se vogliamo fare in modo che il SSN sopravviva. Si prevede, infatti, che nei prossimi 5 anni almeno il 40% dei medici attualmente in servizio sarà pensionato.
Poi c’è il problema dei giovani laureati che non riescono ad entrare nelle scuole di specializzazione o nel corso di medicina generale. Si tratta di un numero che oscilla tra i 1500/2000 medici a cui vengono chiuse le porte del percorso formativo. Non riteniamo giusto che a questi giovani colleghi non sia garantita la possibilità di ottenere una borsa e giungere al completamento della sua formazione specialistica. Questa è una stortura tutta italiana che spesso porta i giovani colleghi alla sottoccupazione, a lavori diversi o ad emigrare. Al pari dei giovani colleghi specialisti che non trovando la possibilità di lavoro in Italia per il predetto blocco del turnover, emigrano cercando fortuna in altre nazioni. Colleghi per i quali lo Stato, noi tutti, abbiamo investito 150 mila euro e che, in maniera inopinata, abbiamo messo a disposizione gratuita delle altre nazioni.
Il medico ha difficoltà etiche a fare sciopero ma quando è a rischio l’assistenza sanitaria, quando gli scarsi finanziamenti non garantiscono di poter operare secondo scienza e coscienza, quando non c’è attenzione alla categoria, allora lo sciopero diventa sacrosanto.
“ESSERE MEDICO NON E’ UN DISVALORE” IL 23 NOVEMBRE PARTECIPA ANCHE TU ALLO SCIOPERO
"ESSERE MEDICO NON E’ UN DISVALORE”
IL 23 NOVEMBRE PARTECIPA ANCHE TU ALLO SCIOPERO
Con questo motto USSMO aderisce allo Sciopero proclamato da tutte le sigle sindacali mediche per il giorno 23 novembre 2018.
Un contratto bloccato da dieci anni mortifica la nostra Professione perché induce a pensare che il Medico Ospedaliero non è un valore per il nostro SSN e Regionale bensì un disvalore.
Quanti di noi si alzano ogni mattina per recarsi in Ospedale per fare il bene dei pazienti, o quanti già vi si trovano perché non siamo neppure riusciti a tornare a casa dopo il lavoro notturno, percepiamo la scarsa disponibilità che la Politica ha nei nostri confronti. Anche l’esiguo drappello di parlamentari appartenenti alla nostra categoria ne è la conferma.
Allora, lo sciopero diventa un odiato strumento necessario per affermare alcune fondamentali prerogative. Dobbiamo dare un segnale forte perché avvenga un cambio di passo rispetto a come oggi è vissuto l’esser Medico.
Basta al un SSN sotto finanziato che non permette in maniera omogenea l’applicazione dei LEA.
Basta a Regioni che marciano a differente velocità perché il finanziamento del Fondo Sanitario Regionale non consente una omogenea distribuzione delle risorse tenendo presente la povertà della Gente e la Cronicità dei Malati.
Basta al Blocco delle assunzioni dei Medici lasciando Ospedali agonizzanti per il blocco del turn over.
Basta ai Giovani Medici che vengono abbandonati senza un Futuro per incapacità dello Stato di fornire loro delle Borse di Specializzazione o di Medicina Generale sufficienti per il loro fabbisogno numerico. Giovani medici lasciati allo sbando il cui unico rimedio è quello di emigrare nelle altre nazioni dove, dopo averli accolti a braccia aperte per la gratuità del regalo, dimostrano tutta la loro capacità professionale a tal punto che ricevono subito offerte di lavoro in pianta definitiva.
Basta alle Aggressioni di tutti quei Medici che si dedicano con dedizione al proprio lavoro, specie i colleghi dell’Emergenza Urgenza che sono drammaticamente oggetto di atti di estrema gravità.
Basta a questo modo obsoleto di gestire la Sanità dove al primo posto non c’è il Cittadino ma il MEF.
La Salute non si compra al supermercato attraverso offerte promozionali al ribasso.
La Salute è un valore e come tale va tutelata. E i Medici ne sono i Tutori.
Allora, se la Salute è un valore, anche i Medici lo sono.
Sciopereremo, pertanto, numerosi affinché questa professione non muoia sopraffatta da logiche che mortificano il Lavoro del Medico Ospedaliero ed i Cittadini che tuteliamo.
Dr Franco Lavalle
Segretario U.S.S.M.O.